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Quando si parla di alimentazione del cane, la scelta delle crocchette è uno degli aspetti più importanti per garantire salute e benessere. Tuttavia, dietro ogni confezione si nasconde un mondo complesso di termini tecnici, percentuali e ingredienti che, se non ben interpretati, possono trarre in inganno anche il proprietario più attento. Questo articolo nasce con l’intento di educare il lettore, fornendo gli strumenti e le conoscenze necessarie per leggere in modo critico le etichette del cibo e per scegliere i prodotti che, realmente, offrono un’alimentazione equilibrata e di qualità.

Il nostro percorso di lettura partirà da una spiegazione approfondita della struttura delle etichette, passando per l’analisi degli ingredienti fondamentali, per giungere infine alla valutazione critica delle informazioni fornite. In questo modo, non solo si potranno evitare le insidie del marketing ingannevole, ma si diventerà consumatori informati e responsabili, in grado di trarre le giuste conclusioni sulla qualità delle crocchette.

Il Linguaggio dell’Etichetta: Comprendere la Composizione e i Dati Nutrizionali

Quando osserviamo una confezione di crocchette, la prima cosa che attira l’attenzione è la lista degli ingredienti. È importante sapere che gli ingredienti sono ordinati in base al loro peso prima della cottura. Questo significa che una fonte proteica “fresca” come il pollo, che contiene molta acqua, potrebbe apparire in una posizione diversa rispetto a un ingrediente disidratato, anche se, in termini di sostanza nutritiva, risulta molto più concentrato una volta eliminata l’acqua.

Immaginate di preparare una zuppa in casa: il pollo fresco pesa molto prima della cottura perché contiene acqua, ma una volta cotto il peso scende notevolmente. Allo stesso modo, quando leggete “pollo fresco” sull’etichetta, è essenziale considerare che il valore reale dei nutrienti si ottiene dopo il processo di cottura. Questo è uno degli aspetti chiave per valutare la qualità di un prodotto e per confrontarlo con altri, poiché solo basandosi sui valori indicati a “tal quale” – ovvero come prodotto finito – non si coglie appieno il potenziale nutrizionale.

Oltre agli ingredienti, l’etichetta riporta la cosiddetta analisi nutrizionale, ovvero quei valori numerici che indicano la quantità di proteine, grassi, fibre, ceneri (che rappresentano il contenuto minerale) e, talvolta, l’umidità residua. Per fare un confronto corretto tra prodotti diversi, è consigliabile calcolare questi valori su base secca. Questo processo, noto come “Dry Matter Basis”, permette di confrontare le percentuali di nutrienti eliminando il fattore acqua, che può variare notevolmente tra prodotti differenti.

Per effettuare il calcolo su base secca (Dry Matter Basis), si procede in questo modo: si sottrae la percentuale di umidità dal 100% per ottenere il contenuto di sostanza secca. Quindi, si divide il valore indicato per la percentuale di sostanza secca e si moltiplica per 100. Ad esempio, se un alimento contiene il 26% di proteine su base “tal quale” e l’umidità è del 10%, il calcolo diventa: 26 ÷ (100 – 10) × 100 = 28,9%. In questo modo, si ottiene una misura comparabile tra prodotti, eliminando la variabilità dovuta al contenuto d’acqua.

Carne Fresca, Disidratata e Farine Animali: Capire le Differenze

Una delle questioni più dibattute nel mondo del cibo per cani riguarda l’origine degli ingredienti proteici. Molte confezioni vantano l’uso di “carne fresca” o di “carne disidratata”. Qual è la differenza reale tra questi due termini?

La carne fresca è quella che non ha subito processi di disidratazione e, quindi, mantiene un alto contenuto d’acqua (generalmente tra il 70% e l’80%). Sebbene questo possa far sembrare che la percentuale di carne indicata sull’etichetta sia bassa, è importante considerare che, una volta cotta, la carne fresca si concentra e i nutrienti risultano più evidenti. Inoltre, la carne fresca tende ad avere una migliore biodisponibilità, ovvero la capacità dell’organismo di assorbirne e utilizzare efficacemente i nutrienti.

D’altra parte, la carne disidratata è stata privata dell’acqua durante il processo di lavorazione, il che la rende molto più concentrata in termini di nutrienti. Questo significa che una piccola quantità di carne disidratata può apportare la stessa quantità di nutrienti di una quantità maggiore di carne fresca. Il vantaggio, tuttavia, è che spesso non viene specificato il processo esatto di disidratazione e la provenienza del prodotto, il che potrebbe ridurre la trasparenza nei confronti del consumatore.

Un ulteriore elemento di discussione riguarda le farine animali di categoria 3. Questi ingredienti derivano da scarti di macellazione che non sono destinati al consumo umano e possono comprendere parti meno nobili dell’animale, come ossa, pelli o organi non specificati. Normative quali il Regolamento (CE) n. 1069/2009 e il Regolamento (UE) n. 142/2011 stabiliscono i criteri di sicurezza e la corretta etichettatura di questi prodotti. Tuttavia, il loro uso può compromettere la qualità complessiva del mangime: non solo per la minore biodisponibilità dei nutrienti, ma anche perché il trattamento termico utilizzato nella loro preparazione – spesso a temperature elevate – può danneggiare le proteine, riducendone l’efficacia nutrizionale.

Il Ruolo degli Additivi e degli Ingredienti Funzionali

Un ulteriore aspetto da considerare riguarda l’uso degli additivi. Sul mercato, troviamo additivi con molteplici funzioni: alcuni sono destinati a preservare il prodotto, altri a migliorare l’aspetto, il gusto o addirittura la digeribilità. Tuttavia, non tutti gli additivi sono uguali: mentre alcuni svolgono un ruolo essenziale per garantire la sicurezza alimentare (come gli antiossidanti approvati dal Regolamento (CE) 1831/2003), altri possono essere utilizzati per mascherare una formulazione di qualità inferiore.

È importante che il lettore impari a riconoscere quali additivi siano funzionali e quali possano rappresentare un segnale di allarme. Ad esempio, la presenza di additivi artificiali per il colore o di aromi sintetici potrebbe indicare una volontà di “ingannare” il consumatore, migliorando l’aspetto organolettico del prodotto senza un reale beneficio nutrizionale. In questo contesto, l’utilizzo di ingredienti funzionali – come i fruttoligosaccaridi (FOS) e i mannano-oligosaccaridi (MOS) – può rappresentare un valore aggiunto, in quanto contribuisce a migliorare la salute intestinale del cane. 

Le Insidie del Marketing: Quando le Etichette Ingannano

Nel mondo del cibo per cani, non mancano le strategie di marketing finalizzate a rendere il prodotto più appetibile agli occhi del consumatore, anche se in realtà la qualità reale potrebbe lasciare a desiderare. Un esempio comune è rappresentato dalle diciture generiche che non specificano la provenienza degli ingredienti. Un’etichetta che recita “con pollo” potrebbe far pensare a un prodotto ricco di carne, mentre in realtà il pollo potrebbe costituire una percentuale minima della formulazione.

Un’altra astuzia del marketing è l’uso di termini come “ingredienti spezzettati” o “farina di carne”, che, pur essendo conformi alla normativa, non indicano con precisione se si tratti di carne di alta qualità o di residui e sottoprodotti. In questi casi, la mancanza di trasparenza sulla filiera produttiva rende difficile per il consumatore determinare se il prodotto scelto rispetta standard qualitativi elevati.

La chiave per evitare queste trappole consiste nell’approfondire la lettura dell’etichetta e confrontare sempre le informazioni fornite con quelle presenti su fonti autorevoli, come i regolamenti europei (ad esempio il Regolamento (CE) n. 767/2009, che disciplina l’immissione sul mercato dei mangimi) e le linee guida nutrizionali come quelle fornite da FEDIAF (Nutritional Guidelines 2024). Conoscere i riferimenti normativi aiuta a capire quali dichiarazioni sono obbligatorie e quali possono essere lasciate all’interpretazione del produttore.

È importante che il lettore impari a riconoscere quali additivi siano funzionali e quali possano rappresentare un segnale di allarme. Ad esempio, la presenza di additivi artificiali per il colore o di aromi sintetici potrebbe indicare una volontà di “ingannare” il consumatore, migliorando l’aspetto organolettico del prodotto senza un reale beneficio nutrizionale. In questo contesto, l’utilizzo di ingredienti funzionali – come i fruttoligosaccaridi (FOS) e i mannano-oligosaccaridi (MOS) – può rappresentare un valore aggiunto, in quanto contribuisce a migliorare la salute intestinale del cane. 

Di seguito, due etichette di cibo per cani a confronto:

Etichetta crocchette cane 1
Etichetta crocchette cane 2

Uno degli aspetti tecnici che spesso viene trascurato dai consumatori è l’influenza della temperatura di lavorazione sulla qualità degli ingredienti. Quando si parla di crocchette di alta qualità, è fondamentale che la cottura sia eseguita a temperature controllate. Questo è particolarmente vero per gli ingredienti come le farine animali: una cottura eccessivamente elevata non solo può alterare le proprietà organolettiche del prodotto, ma soprattutto può compromettere la biodisponibilità delle proteine e di altri nutrienti essenziali.

La biodisponibilità si riferisce alla percentuale di nutrienti che viene effettivamente assorbita e utilizzata dall’organismo. Nel caso di una cottura a basse temperature, le proteine mantengono la loro struttura e risultano più facilmente digeribili, garantendo così un migliore apporto nutrizionale. Al contrario, un trattamento termico troppo aggressivo – tipico di alcuni processi industriali di bassa qualità – può portare a denaturazione delle proteine, rendendole meno digeribili e diminuendone l’efficacia nutrizionale.

Questo concetto assume particolare importanza quando si parla di farine animali di categoria 3, che, come già spiegato, derivano da sottoprodotti e subiscono processi di lavorazione intensivi. È dunque fondamentale che, nella scelta delle crocchette, il consumatore si accerti che il processo produttivo rispetti standard qualitativi elevati, che permettano di mantenere intatta la qualità degli ingredienti. In alcuni casi, marchi trasparenti e di lunga tradizione pubblicano anche informazioni dettagliate sulla lavorazione, permettendo così una valutazione più accurata del prodotto.

Strategie per Scegliere le Crocchette Migliori

Dopo aver approfondito i vari aspetti tecnici e normativi, diventa chiaro che scegliere le crocchette migliori non si riduce a leggere un elenco di ingredienti, ma richiede una valutazione complessiva basata su criteri oggettivi e sulla trasparenza della filiera produttiva. Un buon punto di partenza è verificare che il prodotto riporti in maniera chiara:

  • La specifica fonte proteica (ad esempio, “pollo fresco” o “carne disidratata di agnello”);
  • La presenza di nutrienti essenziali in percentuali equilibrate, calcolate su base secca;
  • L’assenza o la limitazione di ingredienti generici o di bassa qualità, come farine di cereali usate come riempitivi o grassi animali non specificati;

Un ulteriore indicatore di qualità è il metodo di cottura. Le crocchette considerate premium spesso vengono realizzate tramite processi di cottura a basse temperature, che preservano le proprietà organolettiche e nutrizionali degli ingredienti. Questo si traduce in una maggiore biodisponibilità dei nutrienti, con benefici tangibili in termini di digestione, pelo lucido, e minor quantità di scarti fecali.

Inoltre, è utile prestare attenzione alle dichiarazioni presenti sul prodotto. Espressioni come “con pollo” o “arricchito con vitamine” devono essere interpretate nel contesto dell’intera formulazione. In molti casi, un prodotto che fa largo uso di termini generici può nascondere una bassa percentuale di ingredienti di qualità, mentre un prodotto che specifica dettagliatamente ogni componente testimonia una maggiore trasparenza e cura nella formulazione.

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Un Approccio Educato e Consapevole: Come Diventare Consumatori Informati

Il primo passo per diventare consumatori informati è imparare a leggere l’etichetta in modo critico. Non basta limitarsi a “vedere” la lista degli ingredienti: è necessario interpretare il significato dei termini tecnici, comprendere le implicazioni dei processi produttivi e, soprattutto, essere consapevoli delle strategie di marketing che possono influenzare la percezione del prodotto.

Ad esempio, un’etichetta che enfatizza la presenza di “pollo” potrebbe non rivelare se il pollo in questione è fresco o disidratato. Analogamente, la presenza di “grassi animali” senza specificare la provenienza o il tipo di grasso potrebbe rappresentare un segnale di allarme. In questo senso, leggere un’etichetta diventa un esercizio di analisi e confronto, che richiede un minimo di conoscenza tecnica e una certa familiarità con le normative di settore.

Un modo per approfondire questa conoscenza è fare riferimento a fonti autorevoli. Tra queste, i regolamenti europei – come il Regolamento (CE) n. 767/2009 e il Regolamento (CE) n. 1831/2003 – offrono linee guida precise su come devono essere dichiarati gli ingredienti e gli additivi. Le linee guida FEDIAF, aggiornate al 2024, rappresentano invece un riferimento fondamentale per comprendere i requisiti nutrizionali che un mangime deve soddisfare per essere considerato di qualità. Consultare questi documenti non è indispensabile per il consumatore medio, ma avere una conoscenza di base può fare la differenza nel riconoscere prodotti trasparenti e ben formulati.

L’Importanza della Trasparenza nella Filiera Produttiva

Un altro aspetto cruciale per scegliere il mangime giusto riguarda la trasparenza della filiera produttiva. Le aziende che puntano su una produzione di alta qualità tendono a rendere pubbliche informazioni dettagliate sul processo di lavorazione, dalla provenienza delle materie prime al metodo di cottura utilizzato. Questo tipo di trasparenza è un segnale di affidabilità: se il produttore è disposto a condividere i dettagli della propria filiera, è probabile che si impegni a mantenere standard qualitativi elevati.

I consumatori attenti possono, ad esempio, verificare se sul sito del produttore sono disponibili schede tecniche e, in alcuni casi, video che mostrano il processo produttivo. Queste informazioni permettono di fare un confronto diretto tra diverse marche e di valutare se il prezzo richiesto è giustificato dalla qualità offerta.

Una Prospettiva Comparativa: Il Made in EU Versus Altri Prodotti

Nel contesto globale dell’alimentazione per animali, è interessante osservare come la provenienza del prodotto possa incidere sulla qualità. Spesso si parla di “Made in EU” come sinonimo di standard più elevati, soprattutto in termini di controllo qualitativo e rispetto delle normative. Questo perché la legislazione europea in materia di mangimi è tra le più rigorose al mondo, e i prodotti destinati al mercato europeo devono rispettare requisiti stringenti sia per quanto riguarda la sicurezza alimentare sia per la trasparenza dell’etichettatura.

Al contrario, alcuni prodotti provenienti da mercati extra-europei potrebbero non rispettare gli stessi standard e presentare, di conseguenza, una minore affidabilità. Per questo motivo, molti consumatori informati preferiscono affidarsi a marchi europei, in quanto la tracciabilità e il rispetto delle normative rappresentano garanzie di qualità e sicurezza.

Imparare a Leggere e a Confrontare per una Scelta Consapevole

Diventare un consumatore informato significa acquisire la capacità di leggere e interpretare correttamente le etichette del cibo per cani, andando oltre il linguaggio pubblicitario per scoprire la realtà dei fatti. È un percorso che richiede curiosità e attenzione, ma che si traduce in benefici tangibili per la salute e il benessere del proprio cane.

Scegliere le crocchette migliori non significa semplicemente optare per il prodotto più costoso o per il marchio più famoso, bensì saper valutare la qualità degli ingredienti, la trasparenza del processo produttivo e il rispetto delle normative vigenti. Solo così si potrà garantire al proprio animale un’alimentazione equilibrata, che contribuisca a mantenere uno stato di salute ottimale e a prevenire disturbi legati a eventuali carenze o eccessi nutrizionali.

La consapevolezza diventa così un elemento fondamentale: quando si capisce cosa c’è dietro a ogni etichetta, si acquisisce la capacità di fare scelte informate, riducendo il rischio di cadere nelle insidie del marketing e valorizzando prodotti che veramente offrono un apporto nutritivo completo e di qualità.

Infine, vi invitiamo a utilizzare una semplice checklist personale ogni volta che andate a scegliere un mangime: verificate che il primo ingrediente sia una fonte proteica specifica, che siano dichiarati chiaramente i processi di lavorazione (freschezza o disidratazione), e che gli additivi siano limitati a quelli funzionali e approvati dalle normative. Questi piccoli accorgimenti possono fare una grande differenza nella salute quotidiana del vostro cane.

Conclusione

Leggere l’etichetta delle crocchette per cani va ben oltre una semplice lettura superficiale: è un vero e proprio percorso educativo che porta il consumatore a comprendere l’origine degli ingredienti, i processi produttivi e la reale qualità nutrizionale del prodotto. Diventare un consumatore critico e informato significa avere a disposizione tutti gli strumenti per fare scelte che, nel lungo termine, si traducono in una migliore salute e benessere per il nostro animale.

Prenditi il tempo necessario per analizzare ogni etichetta, confronta le informazioni e non esitare a cercare ulteriori dettagli in fonti autorevoli. Solo così potrai garantire al tuo cane un’alimentazione di alta qualità, basata su principi scientifici e regolamentati, e potrai sentirti sicuro di aver fatto la scelta giusta.

  • Controlla il primo ingrediente: deve essere una fonte proteica specifica.
  • Evita termini vaghi: “carne e derivati”, “grassi animali” non specificati.
  • Preferisci additivi funzionali, evita quelli estetici.
  • Verifica la trasparenza del processo produttivo.
  • Se puoi, confronta le etichette su base secca (DMB).

Fonti e Riferimenti Normativi

Per approfondimenti e per confrontare le informazioni con quelle ufficiali, si consiglia di consultare:

  • Regolamento (CE) n. 1831/2003: Additivi per l’alimentazione animale.
  • Regolamento (CE) n. 767/2009: Immissione sul mercato e uso dei mangimi.
  • Regolamento (UE) n. 142/2011: Norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale.
  • Regolamento (CE) n. 1069/2009: Classificazione dei sottoprodotti animali.
  • Linee guida FEDIAF Nutritional Guidelines 2024: Standard nutrizionali europei per il pet food.
  • Altri riferimenti tecnici e manuali di nutrizione veterinaria, come “Small Animal Clinical Nutrition” e fonti ufficiali EFSA.

Queste fonti non solo confermano le normative di riferimento, ma offrono anche spunti utili per comprendere meglio come e perché le etichette debbano essere lette e interpretate.

Domande Frequenti

Sì, la legge impone che gli ingredienti siano elencati in ordine decrescente di peso. Per questo è importante che la carne o il pesce siano indicati come primo ingrediente e siano descritti con il loro nome (es. “salmone fresco” e non “carni e derivati”). Se il primo ingrediente è un cereale o un sottoprodotto, il tenore proteico e la qualità nutrizionale potrebbero essere inferiori.

 

La carne fresca è una fonte proteica più digeribile e ricca di nutrienti, ma contiene acqua che si perde in cottura. La farina di carne è un prodotto essiccato che concentra le proteine ma può includere parti meno nobili. L’ideale è scegliere crocchette che combinino entrambe, con prevalenza di carne fresca o disidratata specificata per specie animale.

 

Non necessariamente. Cereali integrali come riso, avena o orzo possono essere utili fonti di energia e fibre. L’importante è che non siano presenti in quantità eccessiva o come primo ingrediente. Se il cane ha intolleranze, può essere opportuno scegliere una formula grain‑free o con carboidrati alternativi (patate dolci, legumi), come quelle proposte da Baufit.

Non tutti gli additivi sono pericolosi. Le vitamine e i minerali aggiunti (come vitamina E o vitamina C) sono essenziali per l’equilibrio nutrizionale. Tuttavia, è bene evitare conservanti sintetici come BHA, BHT o etossichina e preferire antiossidanti naturali (come l'estratto di rosmarino), che trovi nelle ricette Baufit.

Usa la tabella nutrizionale fornita dal produttore come punto di partenza e adatta la dose in base al peso ideale, all’età e al livello di attività del cane. Puoi calcolare il fabbisogno energetico con la formula RER (70 × peso^0,75) e moltiplicarlo per il coefficiente di attività. 

L’indicazione “completo e bilanciato” garantisce che l’alimento fornisce tutti i nutrienti necessari nelle giuste proporzioni per una determinata fase della vita (cucciolo, adulto, senior). Cerca sempre questa dicitura insieme alla conformità agli standard FEDIAF/AAFCO, che attestano un profilo nutrizionale adeguato.

Queste diciture sono regolamentate: “con manzo” significa che la carne è presente almeno al 4 %, mentre “gusto pollo” indica semplicemente l’aggiunta di aromi che conferiscono sapore. Per garantire un apporto proteico sufficiente, scegli prodotti in cui la proteina animale compare nei primi posti dell’elenco ingredienti.